- 2 Giugno 2025
- Stile e Consapevolezze
Oversize: libertà, stile e identità

Introduzione
L’oversize ha fatto il suo ritorno nella moda da un paio di anni. Anche nel 2025 continua a dominare gli outfit di star e gente comune, ma dietro la sua tendenza, c’è molto di più.
In questo articolo andremo a scoprire com’è nato e come ha influenzato la moda e le persone. Perché scegliere come vestirsi, può celare un potere liberatorio.
Dietro la scelta del vestire oltre misura
L’oversize ha dominato gli anni Ottanta e Novanta, ma l’abbigliamento sproporzionato è ritrovabile anche nei quadri del Cinquecento: le spalle e le maniche ingrandite erano segno di autorità e potere. Si sottolinea così uno dei primi ruoli che la nascita di questo stile ha avviato: maggior tessuto si traduceva in uno status più alto, in ricchezza. Ma non solo: divenne presto una scelta di vestire consapevole da parte delle donne, come manifestazione contro l’abbigliamento “stretto” cui si andava superando. Nel 1947, Christian Dior realizzò delle gonne a corolla, le quali richiedevano una grande quantità di tessuto: ben quindici metri ciascuna! All’inizio questa scelta non fu ben apprezzata perché sembrava uno spreco di stoffa agli occhi delle persone.
L’oversize venne ampiamente accolto tra la fine degli anni Settanta e lo sbocciare degli anni Ottanta del Novecento, quando si diffuse la musica hip hop e chi la ballava necessitava un abbigliamento largo per avere più libertà di movimento. Questa accoglienza fu rafforzata dagli stili street, grunge e skater.
L’oversize, come tutti gli stili, divenne espressione della propria identità e del proprio gruppo di appartenenza.
Si diffuse così la scelta di acquistare capi di qualche taglia in più: giacche, cappotti, felpe ma pure le scarpe. Ne sono un esempio le Dr Martens che danno l’idea di avere un numero di piedi più grande.
Col passare degli anni l’oversize permane ma muta come si evolvono gli stili e si amplia la selezione di capi d’abbigliamento che si allargano, ma anche i dettagli come le tasche e la sperimentazione di nuove forme. La cultura grunge degli anni Novanta esemplifica bene come l’over divenne tendenza, e il Duemila diede via a un nuovo secolo dell’oversize, indossato da star come Eminem, Snoop Dog e Kanye West.
Il vestire attillato, lo stile stretch, andò a scemare, sostituito dall’opposto stile.
Il ritorno dell’oversize
Come accennato, negli ultimi anni l’oversize è tornato a farsi spazio nei nostri armadi: caratterizzato da un’ampia vestibilità, dona comodità ed è adatto a tutte le silhouette. È uno stile fatto di proporzioni e volumi, che tuttavia possono essere bilanciati per evitare un effetto eccessivo.



Questa tendenza l’abbiamo vista a inizio anno anche durante Sanremo, dove vari artisti hanno optato per outfit over, ma anche durante gli Oscar 2025 e nel recente Eurovision.
Conclusione
L’oversize può essere uno stile da vestire, ma può rappresentare anche una scelta consapevole, un’espressione della propria libertà. Per molte donne, vestirsi over, significa anche raccontare di sé, assumendo un connotato psicologico: la volontà di “nascondersi”, di sentirsi confortate, ma anche il desiderio di prendersi il proprio spazio.
Tra chi lo adotta per esprimersi e chi lo segue per tendenza, resta un dato certo: la moda può diventare spazio di libertà, protezione e affermazione di sé.
Cosa raccontano i tuoi vestiti di te? Ti piace l’oversize o preferisci uno stile più stretch?
In sintesi
L’oversize non è lo stile del momento, ma il ritorno di una tendenza che ha attraversato secoli di moda e di significati diversi. Da espressione del proprio status, è stata una forma di emancipazione femminile, dimostrazione dell’appartenenza di un determinato gruppo e, ancora, il vestirsi over è stato associato anche a insicurezze fisiche e a desideri psicologici. Si tratta di una tendenza che cela diverse sue percezioni.